AUTORI

Stefano Vicari, Alberto Pellai, Daniela Lucangeli, Dario Ianes.

Questi quattro grandi esperti di psicologia, pedagogia e neuropsichiatria forniscono a genitori e insegnanti indicazioni e consigli su come parlare di guerra ai più giovani, suggerendo le strategie più indicate per contenere i loro timori e educare alla pace. Forniscono delle indicazioni operative diffuse da realtà come l’Unicef e l’American Psychological Association -Apa sui modi di parlare della guerra con i minori e di riconoscerne i segnali di disagio.

PRESENTAZIONE

La guerra è tornata prepotentemente all’ordine del giorno, per cui gli autori cercano di fornire una bussola in questi tempi incerti.

Nel libro Vicari mostra come le giovani generazioni abbiano bisogno di un allenamento al pensiero indipendente che va condotto, sotto la guida di genitori e docenti, sin dalla primissima infanzia.

Mentre Pellai sottolinea la necessità che gli adulti si pongano come la base sicura che offre protezione e sostegno ai più piccoli, contro la confusione e la paura spesso generate dalla difficoltà di ragazzini e ragazzine di relativizzare le immagini esterne al proprio contesto di riferimento.

Lucangeli si sofferma sulla comprensione e scorretta gestione del meccanismo psichico che contrappone all’empatia la paura, il pregiudizio e l’aggressività e incoraggia genitori e insegnanti a rifiutare la polarizzazione tra “buoni” e “cattivi” nel presentare i fatti e a lavorare invece sulle emozioni.

Dario Ianes osserva il problema nell’ottica concreta del lavoro in classe, sottolineando come la scelta di portare a scuola le questioni controverse del nostro tempo costituisca un ottimo strumento per aiutare alunne e alunni a sviluppare le capacità di pensiero, di relazione e discussione.

Il libro è arricchito da un’intervista a Liliana Segre.


 

AUTORI

Luciano Pasqualotto è laureato in Pedagogia ad indirizzo psicologico e perfezionato in Psicopatologia dell’Apprendimento. Successivamente ha conseguito il Dottorato in Scienze dell’Educazione e della Formazione continua. Giornalista e direttore della rivista on line Educare.it, membro del Comitato Tecnico Scientifico di ANEP e del board editoriale della rivista Journal Advanced Health Care. Insegna Pedagogia Speciale e svolge attività di ricerca all’Università di Verona. Inoltre opera come formatore e consulente nella scuola e in ambito socio-sanitario.

PRESENTAZIONE

Questo manuale «atipico» di pedagogia quotidiana raccoglie 100 domande (rivolte dai genitori agli esperti della rivista on line Educare.it), e altrettante risposte che offrono analisi, chiavi di lettura e indicazioni pratiche, in modo obiettivo ed equilibrato. Le richieste più frequenti riguardano le difficoltà legate al sonno e all’alimentazione dei bambini, i problemi di inserimento e di rendimento nella sfera scolastica, il rapporto tra fratelli, le modalità attraverso le quali i genitori devono ottenere il rispetto delle regole da parte dei figli, ma vengono trattate con grande sensibilità anche problematiche come il divorzio, i disturbi dell’alimentazione e le difficoltà evolutive.

Un testo di agevole consultazione che, nella sua grande chiarezza espositiva e semplicità di linguaggio, non mancherà di suscitare l’interesse non solo dei genitori e degli educatori, ma anche degli psicologi e degli studiosi di scienze dell’educazione

 

 


 

 

AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con Barbara Tamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

PRESENTAZIONE

Ho scritto “La vita accade” – spiega l’autore – per mettere in scena un romanzo capace di descrivere il mondo interiore degli uomini, trasformando la loro solitudine e silenzio in una vicenda universale. Ho raccontato la fatica emotiva che spesso accomuna noi uomini, attraverso le vicende di Paolo, la cui storia aiuta a comprendere come – facendo pace con il proprio passato – si possa diventare persone risolte, compagni e padri migliori. “La vita accade” è un romanzo che racconta gli uomini agli uomini. Ma anche alle donne, che hanno avuto padri e compagni di vita il cui analfabetismo emotivo ha rappresentato la più grande sfida della loro esistenza“.

Questa è una storia che parla di uomini. «Uomini che non sanno dare parola alle proprie emozioni e quindi le trasformano in silenzi, oppure in azioni disfunzionali.» Paolo sta per diventare padre. Sua moglie Chiara lo sveglia in piena notte per dirgli che è giunto il momento. Quando salgono in macchina e partono alla volta dell’ospedale, Paolo sa che quel viaggio gli cambierà la vita. E mentre viene travolto da un turbine di emozioni e ricordi, non può fare a meno di ripercorrere la sua storia, abitata da figure maschili che gli hanno lasciato ferite profonde, alcune ancora aperte. Un passato dove sofferenza e disagio hanno agito senza tregua, trasformando in sopravvivenza ciò che avrebbe dovuto essere esistenza. Ripensa quindi al padre biologico Bruno, al padre «di fatto» Oreste e al padre affidatario Giancarlo, a come le loro emozioni, represse e mal gestite, siano diventate delle pericolose micce, capaci di scatenare incendi devastanti. La fatica di questi padri nel gestire la propria sfera emotiva ha plasmato la crescita di Paolo, che trascina la sua vita in un ininterrotto «qui e ora» in cui il lavoro diventa un alibi per fingere di vivere, rimanendo un eterno migrante alla ricerca di un approdo. Ma se da una parte sente di aver ereditato le loro difficoltà, dall’altra coltiva anche la speranza dell’uomo che può diventare grazie all’incontro con Chiara e al potere trasformante della nascita del figlio Tommaso. Ecco allora che a fronte di relazioni pericolose e tossiche, che distruggono, nascono anche relazioni costruttive e accudenti, che salvano.

Con una prosa attenta e profonda, che coniuga la conoscenza dello psicoterapeuta con l’abilità del narratore, Alberto Pellai mette in scena il mondo interiore degli uomini, trasformando la loro solitudine e il loro silenzio in una vicenda universale. E racconta, in queste pagine cariche di sentimento, la storia di un uomo che li rappresenta tutti, che mostra come solo facendo pace con il proprio passato si può diventare persone risolte, compagni e padri migliori.

 

 LETTO DA….

Gianni:

Mi hai fatto entrare in un mondo sconosciuto di sentimenti enormi. Una storia di vita che per certi versi è la storia di tutti noi. Mi hai commosso, insegnato, mi hai fatto guardare dove di solito non guardi, fa capire le cose profonde, ma soprattutto che…. la vita accade.

Lettura molto scorrevole anche se gli argomenti ed i concetti non sono leggerissimi. Lo scrittore riesce a mantenere leggerezza nel racconto.
Il tema centrale è la capacità di rinnovarsi tutti i giorni indipendentemente da ciò che la vita ci riserva.
Soprattutto che nulla è prestabilito, ma siamo ciò che costruiamo, sia in positivo che viceversa.

 


AUTORE

Geneviéve Pelletier  psicologa clinica e si occupa prevalentemente di bambini e adolescenti.

 

PRESENTAZIONE 

Autostima e intelligenza emotiva, due risorse fondamentali per aiutare un bambino a diventare un giorno un adulto sicuro di sé, equilibrato e sereno, capace di adattarsi ai cambiamenti, autonomo, determinato, in grado di affrontare le difficoltà, inserirsi in un gruppo vivendo al meglio le relazioni, gestire i conflitti entrando in empatia con gli altri.

Questo libro spiega come rivolgersi al bambino nelle varie situazioni usando le parole adatte, come avviare un dialogo aperto sulle emozioni, come instaurare un clima di rispetto in famiglia.

Inoltre, per favorire queste due risorse straordinarie, l’autostima e l’intelligenza emotiva, l’autrice propone tante attività divertenti perché ritiene che per i bambini la maniera migliore di apprendere passi non attraverso le spiegazioni teoriche, ma attraverso il gioco.

Tante attività divertenti divise in 3 ambiti:

  • disegno e bricolage;
  • dialogo, scambio, riflessioni;
  • rilassamento e visualizzazioni.

 


AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con Barbara Tamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di diversi testi sull’età evolutiva, ha vinto il Premio Giovanni Arpino inediti con Aiuto! Mi sono perso a Londra (2010). Ha pubblicato Reality mamma (2012) e vari libri con Alberto Pellai, tra cui L’età dello tsunami (2017).

PRESENTAZIONE 

Crescere vuol dire spostarsi in avanti. Lasciarsi alle spalle quello che eravamo e andare incontro a quello che saremo, un’impresa complessa e piena di sfide. Cercando il più possibile di diventare chi vogliamo essere. In ogni momento del nostro percorso di crescita, ci muoviamo verso il nostro next level. Proprio come succede in un videogioco.

Dagli autori bestseller de L’età dello Tsunami e Girl R-Evolution, un libro che aiuta i ragazzi a diventare ciò che sono e che ogni genitore dovrebbe leggere insieme a loro. E magari prima di loro, per avere le parole giuste di fronte a tutte le domande di un figlio.

 

Con la pubertà e lo sviluppo il tuo corpo cambia a vista d’occhio, nella mente si affollano nuovi pensieri e interrogativi, stai vivendo tante, troppe emozioni contrastanti che ti fanno sentire come sulle montagne russe.

I passaggi e i traguardi della crescita all’orizzonte ti sembrano sfide insormontabili, proprio come quel livello difficilissimo nel tuo videogioco preferito. Sono molte le domande che vorresti porre per orientarti in questa partita, ma non hai il coraggio di farle: Cosa si prova col primo bacio? Come mi difendo dai bulli della scuola? I miei amici fumano, dovrei farlo anch’io?

Spesso gli adulti battono in ritirata di fronte alle normali curiosità di un ragazzo o una ragazza come te, e il libro che tieni fra le mani è pensato proprio per questo, per darti tutte le risposte che cerchi e farti sentire pronto al futuro.


AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con Barbara Tamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di diversi testi sull’età evolutiva, ha vinto il Premio Giovanni Arpino inediti con Aiuto! Mi sono perso a Londra (2010). Ha pubblicato Reality mamma (2012) e vari libri con Alberto Pellai, tra cui L’età dello tsunami (2017).

PRESENTAZIONE

Il metodo famiglia felice è un insieme di pensieri e di azioni elaborati per famiglie con figli tra i due e i quattordici anni. Ogni momento è buono per migliorare il modo di essere famiglia e se già tutto funziona bene, allora è l’occasione per dirselo.

“Il metodo famiglia felice. Come allenare i figli alla vita” (De Agostini, in libreria dal 16 gennaio) è un manuale molto facile da leggere e consultare ma anche impegnativo per chi deciderà di passare dalla teoria alla pratica con la propria famiglia.

Lo abbiamo scritto io e Barbara Tamborini che, dopo aver raccontato il funzionamento del cervello dei figli nel libro l’”Età dello Tsunami” che ha avuto un successo straordinario e ci ha messo in contatto con tantissimi lettori, abbiamo pensato di tornare a parlare ai genitori proprio a partire dalla nostra esperienza di vita professionale, ma anche di vita personale. Io e Barbara infatti siamo genitori di quattro figli e in questo volume abbiamo cercato di raccontare come proviamo a tradurre le cose che sappiamo – in quanto specialisti dell’età evolutiva – in cose che viviamo. Insomma, il nostro nuovo libro prova a rispondere alla domanda: come si possono trasformare le più moderne teorie psicologiche e pedagogiche in buone abitudini quotidiane all’interno di una famiglia, così da crescere figli felici e da sostenere la loro autostima e il loro progetto di vita?

Il metodo famiglia felice si fonda sulla consapevolezza che il bene più profondo per una famiglia è il tempo di qualità vissuto insieme.

Il titolo può richiamare l’immagine di una famiglia che vive accanto a un mulino, ovviamente bianco, dove il papà bello, forte e giovane, con un bambino altrettanto splendido sulle spalle, porta il caffè a letto alla moglie appena sveglia ma già pettinata e sorridente che aspetta due gemelli. In realtà il titolo vuole essere prima di tutto una provocazione che suscita diverse domande: Può esistere un metodo che rende felici? I genitori che non sono più una coppia amorosa possono sperimentare questo metodo?

La risposta a queste domande è sì! Essere felici non vuol dire non avere problemi ma sentirsi stabilmente capaci di affrontarli insieme. Ognuno quotidianamente si cimenta con questo compito ma si possono mettere in atto nuove strategie per allenare e rafforzare questa attitudine. Il metodo famiglia felice vuole accompagnare i genitori nella costruzione di un buon clima domestico, nell’allenare i figli a sentirsi parte di un progetto condiviso di famiglia.

Una dei primi concetti di cui si parla nelle pagine di questo manuale è l’autostima, un termine abusato che però ha sempre il suo fascino. Autostima è il valore che percepisco di me stesso di fronte a ogni cosa che vivo, è qualcosa di profondo, come le fondamenta di una casa. Questo metodo parte dall’idea che la famiglia è il luogo dove ciascuno fonda l’idea che ha di sé, una palestra dove scoprire e tenere insieme punti di forza e limiti. La quotidianità e la continuità dell’esperienza rendono la famiglia un’luogo reale e simbolico al tempo stesso che ciascuno porterà dentro di sé per sempre, come un marchio di fabbrica a partire dal quale, tutte le altre esperienza dovranno mettersi in relazione. La ricerca racconta questa continuità sia nel bene sia nel male perciò è importante per i genitori investire molte energie perchè questa esperienza sia sufficientemente positiva per tutti.

Ci sono sei ingredienti che nutrono la stima che abbiamo di noi e il metodo famiglia felice, oltre a spiegare quali sono, dà molti consigli concreti per rendere la famiglia il principale alleato dell’autostima di tutti i suoi componenti.

Per ogni tema, il manuale propone:

  • una storia di vita che racconta nella pratica di cosa si sta parlando,
  • una breve introduzione dove si mette a fuoco come si costruisce e si rafforza questa dimensione,
  • un test per auto valutarsi,
  • tanti spunti operativi per mettersi al lavoro e rendere più forte questo pilastro della propria autostima. Il metodo propone semplici giochi da fare insieme, film per la famiglia, esperimenti divertenti.

L’idea è quella di proporre azioni sostenibili, spunti sperimentati nella pratica, compatibili con ogni contesto familiare.

Ecco in estrema sintesi i sei pilastri sui quali si fonda la possibilità di sostenere la felicità nella propria famiglia, sia per i genitori, sia per i figli. Provate a rispondere in famiglia alle domande che indagano quanto vi sentite sicuri rispetto a queste aree. Potrebbe essere proprio questo il punto di partenza per un progettare un piccolo cambiamento.

Gli amici, ovvero tutte le relazioni che sviluppiamo fuori casa. Quanto sono capace di stringere relazioni che durano nel tempo? Mi fido degli altri? So chiedere e dare aiuto?

Scuola e lavoro, ovvero come vivo i miei impegni. Quanto mi sento capace di affrontare i miei impegni scolastici e/o di lavoro? Gli altri sono contenti di collaborare con me? Come vivo la fatica?

La famiglia, ovvero come stiamo in casa nostra. Quanto mi sento amato dalla mia famiglia? Amo stare con la mia famiglia o preferisco, appena mi è possibile, stare fuori casa?

Le emozioni, ovvero la capacità di dire con le parole e con i gesti i sentimenti e le reazioni che sperimentiamo vivendo. Quanto mi capita di perdere il controllo delle mie reazioni? Mi sento capito? So mettermi nei panni degli altri?

Il protagonismo: ovvero quanto sono capace di mettermi in gioco in situazioni sfidanti. Quanto mi sento capace di prendere un’iniziativa? Quanto mi sento creativo? So mettermi in gioco?

Il corpo: ovvero come vivo il corpo che mi sono trovato in dotazione. Mi piace quello che vedo nello specchio? So prendermi cura di me stesso/a? Quanto mi tengo in forma?

Il metodo famiglia felice è un insieme di pensieri e di azioni elaborati per famiglie con figli tra i due e i quattordici anni, una prospettiva lunga che abbraccia quell’infinita serie di giorni che d’un tratto ci accorge che sono volati via. Per questo è importante non perdere tempo, ogni momento è buono per migliorare il modo di essere famiglia e se già tutto funziona bene, allora è l’occasione per dirselo.

Essere felici è un progetto e ogni progetto ha bisogno di un metodo.

 LETTO DA….

 SABRINA

Sì, lo consiglio… perché chiarisce bene che alla base di tutto c’è l’ascolto nei confronti degli altri…sia piccini che grandi.

ILARIA

Un libro non solo da leggere ma da utilizzare concretamente con la propria famiglia! Propone attività, giochi e film da realizzare e guardare insieme a tutta la famiglia

MARA

Consigli semplici e chiari. Libro scorrevole con tanti buoni spunti


AUTORE

Arabella Carter-Johnson è la madre di Iris Grace, una bambina autistica di grande talento, ed è una fotografa professionista.

Nel 2008, insieme al marito Peter-Jon, si è trasferita sulle colline del Leicestershire dove era cresciuta. Nel 2009 ha dato alla luce Iris Grace e da quel momento la sua vita è cambiata per sempre.

Fin dal principio Arabella ha tenuto un diario dove ha annotato ricordi, emozioni, aneddoti che ha conservato insieme a centinaia di fotografie scattate nel corso degli anni.

Ha deciso di raccontare la loro storia nel suo primo libro, Una bambina di nome Iris Grace, che è diventato in breve tempo un piccolo, grande caso editoriale.

PRESENTAZIONE

Una storia vera toccante e delicata, che vi farà sognare!

Iris Grace ha poco più di un anno quando le viene diagnosticata una forma severa di autismo.

Non comunica con gli altri, alza appena lo sguardo quando i genitori le si avvicinano, un suo sorriso è una rarità.

Sua madre Arabella è disperata, ma tenta ogni strada per aprire un varco nel chiuso mondo della sua bambina.

E proprio quando ogni sforzo sembra fallire, arriva in casa Thula, una gattina di pochi mesi di razza Maine Coon.

L’intesa tra Iris e Thula è istantanea, evidente, miracolosa.

La bambina comunica spontaneamente e senza parole con la gatta e questo legame così particolare l’aiuta a sbocciare.

Insieme a Thula, che non si allontana mai da lei, ogni giorno Iris passa ore e ore a dipingere. Perché Iris è un’artista straordinaria, dotata di uno sguardo unico sulla natura e sulle cose più piccole che si traduce in una serie di quadri bellissimi.

E saranno proprio queste opere al tempo stesso misteriose e affascinanti a far conoscere al mondo la sua storia incredibile.

Questo libro non racconta solo di un genio o di una bambina prodigio – Iris è quasi sicuramente entrambe le cose – ma soprattutto dell’amore e della forza inesausti di una madre che, con l’aiuto di una gatta eccezionale, ha restituito il sorriso alla sua bambina e alla sua famiglia.


AUTORE

Galimberti Umberto: non solo filosofo, ma anche antropologo, psicologo, psicoanalista, sociologo. Galimberti ha scavato nella profondità dell’animo riuscendo a tessere, assecondare ed elaborare, con arguzia e passione quella che definisce pratica filosofica “per aiutare a comprendere criticamente il ‘mondo della tecnica’ in cui l’uomo si trova inserito, gettato, sì da orientarlo per poter trovare un senso al suo radicale disagio, alla tragicità del suo esistere”. Perché per il filosofo al centro di tutto c’è sempre l’uomo.

PRESENTAZIONE

In una intervista al Corriere Galimberti sottolineò che “l’angoscia più grande è quella provocata dal nichilismo. I ragazzi non stanno bene, ma non capiscono nemmeno perché…..”

C’è un nuovo ospite inquietante. È il cinismo che pervade la nostra società e che avvilisce le nuove generazioni. Il grande filosofo e psicoanalista Galimberti si pone come loro ascoltatore e offre agli adulti un fondamentale strumento di comprensione.

«Al nichilismo passivo della rassegnazione, non sono pochi i giovani che sostituiscono il nichilismo attivo di chi, prendendo le mosse proprio da quel desolante scenario, e non da consolanti speranze o inutili attese, inventa il proprio futuro.»

Ogni genitore si chiede chi sia il proprio figlio, che cosa desideri, come sia fatto il suo mondo. Ma spesso capire è complicato, ed essere d’aiuto nelle difficoltà lo è ancora di più. Umberto Galimberti sa che nell’era di Facebook e di Instagram la realtà che conta è quella virtuale, il tempo è accelerato e la competizione per ritagliarsi un ruolo nella società è molto forte: «Chi non corre e non vince in questa gara di velocità non è al mondo. In quel mondo virtuale che ormai è più reale del mondo cosiddetto ‘reale’».

E come reagiscono i giovani a questa pressione? La fretta che ogni ventenne ha di realizzare i propri sogni rischia di degenerare in una forma di cinismo del tutto sconosciuta alla generazione dei suoi genitori. Ragazze e ragazzi si affidano all’indifferenza e al controllo dei sentimenti e delle emozioni, per evitare che le passioni diventino un ostacolo all’autoaffermazione. Questi giovani, allora, hanno bisogno di essere ascoltati e hanno bisogno di risposte. Per non perdere di vista il dono prezioso del tempo della vita, un tempo per rincorrere i propri sogni e anche per concedersi il lusso di commettere gli errori che fanno crescere. Galimberti dialoga con ciascuno ed esplora le sofferenze, i dubbi, le ansie e i desideri di una generazione. Ascolta le parole, le idee e le aspirazioni. 

E offre a ogni genitore uno strumento per interrogarsi sui propri figli, per comprendere la profondità delle loro domande e per impedire che tutte le speranze si trasformino in delusioni.


AUTORE
Paolo Crepet: è psichiatra e sociologo. Dal 2004 è direttore scientifico della Scuola per Genitori.

PRESENTAZIONE
«Educare vuol dire tirare fuori da ognuno il talento che ha».
Mai come oggi una generazione di giovani vive altrettanto benessere e disarmante vulnerabilità. Ragazze e ragazzi cresciuti senza conoscere il senso della frustrazione e del dolore, che tentano di sopravvivere aggrappati a un presente imbalsamato di privilegi, terrorizzati da un futuro insicuro. Identità fragili alle prese con famiglie fragili.
Genitori eternamente indecisi tra il ruolo di amici o complici, fra severità e buonismo, controllo e fiducia. Mai come oggi i giovani devono affrontare una società incapace di prestar loro l’attenzione e il rispetto, i piccoli segni di affetto e i grandi ideali di cui hanno bisogno. Da anni Paolo Crepet viaggia lungo l’Italia incontrando genitori, studenti, insegnanti, educatori, per comprendere i motivi di questa crisi silenziosa che attraversa la scuola e la famiglia. Dal suo lavoro di ascolto sono nate le riflessioni contenute in Non siamo capaci di ascoltarli, Voi, noi e I figli non crescono piú, qui riuniti in un unico volume come capitoli di una stessa opera che parla di una sola, grande e dimenticata questione: l’emergenza educativa.
Perché, come sostiene Crepet, il rischio piú grande è «che i nostri ragazzi siano costretti – come i trapezisti di un circo – ad attraversare la vita in equilibrio su una corda sospesa nel vuoto. Mentre gli adulti non sembrano piú in grado di alzare il loro sguardo al cielo».

LETTO DA…

Stefania:
Come sempre Crepet fa riflettere molto. Spesso per il bene dei nostri figli si agisce cercando di tenerli sotto una campana di vetro ma leggendo questo libro mio ha aiutato molto.

Cristina:
Un testo importante. Lo trovo una guida semplice e chiara, un aiuto per i genitori. Crepet è sicuramente un uomo che crede nei valori “d’altri tempi”: la necessità d’impegnarsi per ottenere un risultato. Un concetto che oggi non tutti danno per scontato. Si vede la grande importanza che dà alla figura dei genitori e dei formatori. Una grande responsabilità, un lavoro che, se fatto bene, sarà premiato.

 

 

 

 

Autore: Galimberti, Umberto. – Filosofo e psicanalista italiano (n. Monza 1942). I suoi studi hanno seguito percorsi complessi con forte attenzione all’insegnamento junghiano. Al centro dei suoi interessi l’uomo che in un mondo dominato dalla tecnica si sente un “mezzo” nell'”universo dei mezzi”, senza poter trovare un senso al suo esistere.

VITA E PENSIERO È stato allievo di E. Severino, professore di antropologia culturale (1976), poi di filosofia della storia (1983) all’Università di Venezia, dove insegna anche psicologia dinamica; membro dal 1985 dell’International association of analytical psichology. Attraverso un esame critico dei limiti della psicoanalisi di fronte alla “insensatezza” che caratterizza l’età della tecnica, G. arriva alla conclusione che forse solo una “pratica filosofica” può aiutare a comprendere criticamente il mondo della tecnica in cui l’uomo si trova inserito e orientarlo per trovare un senso al suo radicale disagio, alla tragicità del suo esistere, anche con il recupero dell’ideale greco di saggezza, senza ricorsi a mitologie religiose.

PRESENTAZIONE:

UN LIBRO PER RI-CONOSCERE LE EMOZIONI

Viviamo in un’epoca di esibizione delle nostre emozioni. Crediamo che l’unico spazio autentico sia quello dei nostri vissuti emotivi, che da tempo, però, non ci appartiene più. Oggi dobbiamo sorvegliare il futuro dei nostri figli, sempre più connessi. Con la guida di Umberto Galimberti ritorniamo alla natura delle emozioni e ritroviamo questo spazio essenziale, liberandolo dalle esigenze del successo e del mercato.

La mente e il cuore. Platone invita a privilegiare la mente razionale capace di governare le passioni del cuore. Ma noi non possiamo dimenticare che anche il cuore ha le sue ragioni. Anzi, prima che la mente giungesse a guidare la vita dell’uomo, per i nostri antenati la vita era governata dal cuore, che con le sue sensazioni giungeva a capire, come peraltro fanno gli animali, in modo rapido e senza riflettere, che cosa è vantaggioso e che cosa è pericoloso per il mantenimento della vita. Il cuore promuove le azioni più rapidamente della ragione e senza troppo indugiare sul da farsi, perché il mondo non è ospitale e i pericoli, che sono a ogni passo, richiedono decisioni immediate. Le decisioni del cuore sono promosse dalle emozioni come la paura che il cuore avverte di fronte al pericolo, o come il desiderio che approda all’accoppiamento per la preservazione della specie. Tutto questo senza riflettere, perché la luce della ragione ancora non c’è. La nostra è un’epoca di spaventosa espansione della razionalità tecnica. Da un lato, questa espansione impone la rimozione delle emozioni e dall’altro innesca una reazione di ritirata emotiva nel proprio sentimento, assunto come unica legge di vita. A questo si aggiungono la ricerca costante di visibilità e di notorietà, che trasformano le nostre emozioni in merci. Ma allora siamo ancora capaci di riconoscere che cosa sia un’emozione? Umberto Galimberti costruisce un cammino straordinario nelle profondità del nostro vissuto e ci insegna a ritrovare il nostro spazio intimo, cioè lo spazio che si nega al pubblico per concederlo a chi si vuol fare entrare nel proprio segreto profondo e spesso ignoto a noi stessi.

LETTO DA…

una mamma: è la mia prima volta che leggo un libro di Galimberti; testo di una profondità interpretativa e di uno spessore culturale davvero di primo livello. Consiglio a tutti coloro che hanno voglia di avere una visione diversa di loro stessi e del mondo che li circonda.

 

PRESENTAZIONE


«Questo libro intende educare i ragazzi alla conoscenza e alla cura delle proprie emozioni, in modo che queste non si impossessino di loro e non li trascinino, a loro insaputa, in luoghi dove più non si riconoscono o, peggio ancora, dove si riconoscono senza essere stati loro a dirigere il proprio cammino né tanto meno ad aver scelto la meta in cui sono giunti.»

Riconoscere le proprie emozioni ed educare ai sentimenti sono sfide importantissime per la formazione di ogni ragazza o ragazzo. Il filosofo Umberto Galimberti, con questo libro pensato per i più piccoli ma utilissimo e interessante anche per gli adulti, accompagna il lettore verso questa tappa fondamentale attraverso un viaggio illustrato alla scoperta di noi stessi e della nostra complessità, insegnandoci a riconoscere le nostre emozioni e a gestirle in modo consapevole. Cinquanta emozioni raccontate attraverso episodi della vita quotidiana, ma anche attraverso miti, racconti, leggende e spunti letterari che sapranno coinvolgere e in alcuni casi divertire il lettore, oltre a ribaltarne gli schemi e mostrarci sfaccettature inaspettate della nostra mente. Perché conoscere se stessi in modo profondo è il primo passo che i ragazzi possono fare per raggiungere la propria felicità.


AUTORI

Stefano Vicari è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed irige inoltre numerosi Master e Corsi di alta formazione presso l’Istituto Rete di Roma. Svolge da più di trent’anni attività clinica e di ricerca sui disturbi del neurosviluppo, psicopatologici e dell’apprendimento in età evolutiva. Tra i numerosi saggi e studi da lui pubblicati si ricordano La sindrome di Down (Il Mulino, 2007), L’insalata sotto il suscino. Storie di discordini e di adolescenti (TEA, 2013), Nostro figlio è autistico. Guida pratica per genitori dopo la diagnosi (Erikson, 2016), La dislessia. Come riconoscerla e trattarla (Raffaello Cortina, 2018).

Silvia Di Vara è una specializzanda in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso la scuola “SPC – Scuola di Psicoterapia Cognitiva” e laureata in “Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica” nel 2014 presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Nel 2016 ha conseguito il Master in “Neuropsicologia dei disturbi del neurosviluppo: la presa in carico e l’intervento” presso Edizioni Centro Studi Erickson e ha svolto corsi di formazione per la diagnosi e la valutazione dei Disturbi dello Spettro Autistico (Corso Clinico per “ADOS 2 – Autism Diagnostic Observation Schedule 2” e “ADI-r – Autism Diagnostic Interview – Revised”). Nel 2015 ha svolto il tirocinio post-lauream presso la UOC di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, approfondendo le proprie competenze nell’ambito dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e dei Disturbi di Linguaggio (DL). Dal 2016 collabora come contrattista di ricerca presso la stessa UOC di Neuropsichiatria, svolgendo attività di valutazione clinica e di ricerca nell’ambito dei Disturbi da Deficit di Attenzione e di Iperattività (ADHD) e Disturbi dello Spettro Autistico (ASD). Ha svolto, inoltre, attività di tutor compiti per DSA, ADHD e training sulle Social Skills con bambini e adolescenti con ASD e difficoltà socio-pragmatiche e terapia comportamentale tipo ABA. Svolge lezioni didattiche presso Master di I livello ed è autrice di pubblicazioni nazionali e internazionali.

PRESENTAZIONE

Dati recenti mostrano come l’isolamento durante la pandemia ha favorito l’insorgenza di problematiche comportamentali e un peggioramento di condizioni preesistenti nel 65% di bambini al di sotto dei 6 anni e nel 71% di quelli di età compresa tra i 6 e i 18 anni, con un incremento dell’irritabilità, dei disturbi del sonno e d’ansia. Sottovalutare l’impatto del Covid-19 tra i più giovani rischia di trasformare un’emergenza sanitaria, come quella che stiamo vivendo, in una crisi dei diritti dei bambini e dei ragazzi.

In Bambini, adolescenti e Covid-19 alcuni tra i massimi esperti del nostro Paese in tema di infanzia e adolescenza cercano di individuare snodi critici e strategie percorribili, dal salvaguardare il benessere emotivo, familiare e relazionale, al garantire una frequenza scolastica di qualità, anche e soprattutto per alunni con disabilità.

Il volume si apre con una riflessione di Vittorio Lingiardi su diversi aspetti e simboli che hanno caratterizzato il periodo del lockdown e, più in generale, la pandemia, ponendo l’attenzione sulle caratteristiche traumatiche che il Covid-19 ha avuto su tutti noi e su ciò che questa situazione ci ha insegnato. Gli effetti psicologici sui bambini e sulle loro famiglie durante la pandemia vengono illustrati da Nicoletta Perini e Daniela Lucangeli, mentre Giacomo Stella analizza in modo dettagliato la crisi del sistema educativo e scolastico, esplosa durante il lockdown, ma iniziata già da diversi anni. Dario Ianes e Rosa Bellacicco mettono in luce le difficoltà riscontrate dagli alunni con disabilità, che frequentemente hanno avuto come esito la mancanza di partecipazione alla DaD, e Alessandra Sansavini racconta i vissuti dei bambini nella fascia 0-6 anni conseguenti alla pandemia, attraverso le parole di genitori, educatori e insegnanti, con cui i bambini hanno condiviso questo periodo.

In sintesi
Gli studi e le opinioni autorevoli riportati in questo volume hanno l’obiettivo di fornire al lettore un’ampia panoramica di come la pandemia stia impattando sulla vita e sulle relazioni di bambini e ragazzi, con effetti che potranno essere valutati con certezza solamente nel medio e lungo periodo.

ALCUNI COMMENTI…

“Molto interessante e completo con tanti spunti di riflessione perché calato nella realtà.”

“Il libro è molto interessante ed offre spunti di riflessione importanti in questo periodo.”


AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con BarbaraTamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

PRESENTAZIONE

Io dopo di te: una storia per aiutare i bambini ad affrontare il lutto

« II miglior antidoto per la paura della morte è poterne parlare, fare domande, esprimere ciò che ci terrorizza, piangere per poi riuscire a mettere tutto nel cassetto del cuore e ripartire » 

La morte è un argomento bandito dalle nostre discussioni, dalla nostra quotidianità. Talmente tabù che negli ospedali la dicitura «camera mortuaria» o «obitorio» viene spesso sostituita dall’equivalente francese «morgue». Stessa parola, ma in un’altra lingua suona più innocua. Non si parla della morte. E, figurarsi!, non si parla di morte con i bambini. Per questo il libro Io dopo di te di Alberto Pellai edito dalle edizioni Erickson è una mosca bianca nel panorama editoriale italiano. In questo testo Pellai – che aveva già affrontato l’argomento nel libro Perché non ci sei più? – racconta una storia. Del resto il sottotitolo del libro è Una storia per aiutare i bambini ad affrontare la perdita di una persona cara.

Pietro è un ragazzino molto legato al suo bisnonno Nicola. Non vede l’ora che arrivi il Natale sì da poter ascoltare una nuova storia dal bisnonno. Purtroppo resterà deluso, perché il nonno è in ospedale e le sue speranze di vita sono ridotte al lumicino. Tuttavia Pietro non si scoraggia e chiede a Babbo Natale di fare in modo che il nonno torni a casa per raccontargli una storia nel giorno di festa. Potrà Babbo Natale non ascoltare una simile richiesta scaturita dal cuore di un nipotino triste? Pietro rimane deluso quando il giorno di Natale non trova il nonno seduto alla tavola imbandita. Ma poi, quando alza il piatto, vi trova sotto una lettera proprio del nonno. Che gli regala un’ultima storia.

Tra la commozione tangibile, quindi, viene narrata la storia di una lacrima che, sebbene non potrà lenire il dolore di Pietro e dei familiari per la perdita, gli darà la possibilità di compiere un cammino personale di elaborazione del lutto.

Il libro Io dopo di te è strutturato come un sussidio didattico. La storia, infatti, è accompagnata da alcune immagini – semplici e al contempo evocative – di Tiziano Beber. Infine è corredata da un cd audio che contiene alcune canzoni che permettono di affrontare alcuni aspetti della vicenda.

Il testo si conclude con un «Commento alla storia» che fornisce indicazioni pratiche per l’uso del libro Io dopo di te.

Perché parlare di morte ai bambini

« La scoperta della morte come fatto incontrovertibile della vita è per tutti i bambini una tappa evolutiva da affrontare per un sano e pieno sviluppo di sé. […] Accettare questo dato di fatto sconcertante è un apprendimento importante e tutti i bambini hanno in sé le risorse per farlo. » 

Inevitabilmente ci ritroveremo da genitori o educatori ad affrontare con un bambino il dialogo sulla morte. La scomparsa di una persona cara, di un animale, la morte di un personaggio in TV, ma anche eventi non direttamente collegati alla morte, come la perdita del peluche preferito, o qualsiasi evento che includa un ‘per sempre immodificabile’ spingono i bambini a riflettere sulla vulnerabilità, propria e degli altri e sulla morte.

Le domande a riguardo che ci pongono i bambini sono domande importanti, da cui non possiamo scappare per il loro bene. Rischiamo altrimenti di lasciarli soli nel momento in cui hanno più bisogno di noi, di essere tenuti per mano e accompagnati nel conoscere e affrontare realtà complesse che fanno parte della vita.

Come parlare di morte ai bambini

E’ importante saper rispondere alle loro domande in maniera adeguata alla loro età e alla loro curiosità, riuscendo a incoraggiare il dialogo, far capire che la morte non ferma la vita, che chi muore non ci porta con lui, dando un nome a tutte quelle emozioni contrastanti che ne scaturiscono, proponendo delle idee per una elaborazione creativa del lutto adeguata all’età, dimostrando che nonostante la morte sia inevitabile e una fase del ciclo della vita, è possibile mantenere un rapporto di amore e memoria con le persone care, è possibile nonostante tutto guardare al domani con fiducia e speranza. 

Come fare tutto questo? 

  • Partendo dalla verità, chiamando la morte col suo nome ed evitando così di confondere il bambino con frasi come ‘si è addormentato per sempre’. Ma anche usando storie, metafore, immagini, con cui i piccoli hanno molta familiarità.
  • Accettare tutte le emozioni, nostre e di nostro figlio, incluse sofferenza, dispiacere, tristezza e dolore. Dopo averle accettate è nostro compito insegnare ai bambini a riconoscerle, dargli un nome, accettarle e condividerle.
  • Parlare di morte in maniera adeguata all’età. A 3 anni il bambino non capisce l’irreversibilità della morte e le sue cause. A 4-6 anni capisce la sua universalità e irreversibilità, ma ha ancora confusione sulle possibili cause di morte pensando ad esempio che possano essere causate da una volontà cattiva o una magia. A 6-9 anni il bambino ha sviluppato completamente le capacità per comprendere le sfaccettature del concetto di morte e capisce di essere incluso nell’universalità che la morte colpisce. Le domande poste saranno infatti diverse in base all’età, maturità e personalità del bambino. Rispondiamo quindi sempre con la verità evitando però di sovraccaricare il bambino con informazioni non richieste.
  • E’ importante dare l’occasione al bambino di creare un legame con la persona cara anche dopo la morte, viva attraverso il ricordo. Salutarla, ricordarla partecipando a funerale, visite al cimitero, ma anche in maniera creativa con un disegno, un oggetto sono aspetti fondamentali dell’elaborazione del lutto.
  • Pensandoci in anticipo. Le opportunità di accompagnare al dialogo sulla morte sono tante e nel quotidiano si trovano vari spunti per parlarne senza l’impatto emotivo della morte di una persona cara: la natura col ciclo delle stagioni, la storia del mondo, della propria famiglia, dell’universo, le fiabe e i libri…

 


AUTORI

Stefano Vicari è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed irige inoltre numerosi Master e Corsi di alta formazione presso l’Istituto Rete di Roma. Svolge da più di trent’anni attività clinica e di ricerca sui disturbi del neurosviluppo, psicopatologici e dell’apprendimento in età evolutiva. Tra i numerosi saggi e studi da lui pubblicati si ricordano La sindrome di Down (Il Mulino, 2007), L’insalata sotto il suscino. Storie di discordini e di adolescenti (TEA, 2013), Nostro figlio è autistico. Guida pratica per genitori dopo la diagnosi (Erikson, 2016), La dislessia. Come riconoscerla e trattarla (Raffaello Cortina, 2018).

PRESENTAZIONE

Il libro ripercorre le tappe dello sviluppo emotivo e psicologico del bambino esaminando i periodi critici e le scelte educative che possono condizionarne il benessere mentale, con l’obiettivo di favorirne l’evoluzione in un adolescente più “corazzato” rispetto alle sfide poste dai diversi contesti di vita. I genitori potranno trovare indicazioni pratiche su cosa proporre ai propri figli, come riconoscere i segni iniziali di malessere e che cosa fare per affrontarli grazie ai numerosi esempi, alla sua completezza e a un’esposizione comprensibile a tutti. 

Dopo una parte introduttiva sulle abilità cognitive del nascituro e del neonato, sono approfonditi i meccanismi dell’apprendimento e della crescita, con un’attenzione particolare alla gestione delle emozioni.

Sono quindi affrontate le problematiche relative alla qualità del sonno, al rapporto con il cibo e allo sviluppo del linguaggio, sottolineando l’importanza dell’educazione all’autonomia. Per ogni fase della crescita, i genitori troveranno indicazioni pratiche su che cosa proporre ai propri figli, come riconoscere i segni iniziali di malessere e che cosa fare per affrontarli.

LETTO DA…

…una mamma:

Ho capito che rendere autonomo il proprio figlio è un processo che richiede pazienza e fiducia. Bisogna  credere nel proprio figlio,sostenerlo in quello che fa, evitando di fargli avere la pappa pronta “per fare prima” o tenergli sempre la mano per paura che possa cadere, togliendogli così lo spazio per conoscersi e sperimentarsi.


AUTORI

Maria Pontillo è una psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Dirigente Psicologo presso l’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è docente di corsi di formazione e master in Psicologia dello sviluppo e presso scuole di specializzazione in Psicoterapia cognitiva. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche nazionali e internazionali.

Stefano Vicari è direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma ed irige inoltre numerosi Master e Corsi di alta formazione presso l’Istituto Rete di Roma. Svolge da più di trent’anni attività clinica e di ricerca sui disturbi del neurosviluppo, psicopatologici e dell’apprendimento in età evolutiva.

PRESENTAZIONE

Agitarsi durante un’interrogazione o una gara sportiva al punto da non riuscire a portarle a termine; evitare di confrontarsi con i coetanei per paura del giudizio; temere il futuro e vivere nel bisogno di continue rassicurazioni. Per bambini e adolescenti l’ansia a volte supera il livello di guardia e diventa un vero e proprio disturbo. Una guida autorevole per capire cause e forme dell’ansia, e gli interventi più appropriati per fronteggiarla.

LETTO DA…

…una mamma:

“E’ un testo agile, pratico, rivolto non solo agli addetti ai lavori. Molto interessante anche perché riguarda un disturbo purtroppo in costante aumento proprio fra i più giovani.”

 


 

AUTORE

Germain Duclos, ortopedagogista e psicoeducatore, è autore di numerose pubblicazioni sull’educazione, lo sviluppo e l’autostima dei bambini e degli adolescenti.

PRESENTAZIONE

In una società come la nostra, improntata al risultato, molti bambini non riescono a raggiungere gli obiettivi che vengono loro imposti. Malgrado l’intelligenza e l’impegno, vanno incontro a una serie di insuccessi, a scuola come nello sport o nelle relazioni con gli altri, che non fanno che alimentare in loro un senso di insicurezza e di impotenza. Come intervenire? Che cosa possono fare genitori e insegnanti per spezzare questo circolo vizioso evitando che si protragga rovinosamente nell’età adulta? Questo libro: individua le principali cause di una debole autostima nei diversi contesti in cui il bambino si muove; spiega quali sono le parole e i comportamenti che feriscono, minando la sicurezza di sé; propone le soluzioni più efficaci per valorizzare il potenziale unico e speciale di ciascun bambino. Per aiutare bambini e ragazzi a prendere consapevolezza delle proprie capacità e a crescere più forti e sereni.

LETTO DA…

… una mamma:

“Il breve volume di Duclos è uno strumento valido e snello, utile per riflettere sull’importanza di una buona autostima per affrontare le sfide della vita. Particolarmente interessante, a mio parere, è la seconda parte del libro in cui l’autore presenta una serie di strategie operative che favoriscono la costruzione di una solida autostima nei bambini. Le parole di Duclos bene esprimono il ruolo fondamentale degli adulti nella costruzione dell’immagine di sé.

-Si constata a qual punto sia importante che il genitore o un qualsiasi adulto significativo porti il bambino a vedersi e a conoscersi come essere unico, sia per le sue qualità e le sue forze sia per le difficoltà e i limiti. Questa conoscenza è possibile solo se le persone che circondano il bambino hanno commentato, a voce alta e regolarmente, quello che lui ha fatto bene, informandolo sulle sue difficoltà e sulle sfide che doveva accettare, ma senza mettere in causa il loro attaccamento o il suo valore intrinseco.-

Autostima e successo scolastico sono strettamente correlati, al punto che l’autostima risulta avere un peso maggiore dell’intelligenza nel determinare la riuscita negli studi, afferma l’autore. All’apprendimento sono dedicati diversi capitoli, in cui Duclos espone con semplicità e chiarezza strumenti e metodi efficaci per imparare a imparare, per migliorare l’attenzione e la concentrazione. Mi sono parse, infine, valide le indicazioni per aiutare il bambino ad acquisire autonomia, motivazione e responsabilità, caratteristiche che gli permetteranno di affrontare con sicurezza e serenità le prove della vita.”


 

AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con BarbaraTamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di diversi testi sull’età evolutiva, ha vinto il Premio Giovanni Arpino inediti con Aiuto! Mi sono perso a Londra (2010). Ha pubblicato Reality mamma (2012) e vari libri con Alberto Pellai, tra cui L’età dello tsunami (2017).

PRESENTAZIONE

In questo nuovo manuale, Vietato ai minori di 14 anni. Sai davvero quando è il momento giusto per dare lo smartphone ai tuoi figli? Gli autori spiegano ai genitori che vogliono mettersi in gioco quali sono i NO che aiutano a crescere e indicano dieci motivi per non dare lo smartphone ai figli sotto i 14 anni.
In modo pratico e rassicurante, gli autori affrontano uno dei temi più spinosi nell’educazione dei figli: l’uso del cellulare.

A un anno e mezzo abbiamo regalato un triciclo a nostro figlio, dopo lo abbiamo fatto salire su una bicicletta, prima con le rotelle e poi senza. Col tempo, la bicicletta è diventata sempre più grande. Ora che ha tredici anni, magari il nostro ragazzo è alto un metro e ottanta, ma non per questo gli permettiamo di guidare una moto o un’auto. Con lo smartphone, il tablet o il computer dovrebbe funzionare allo stesso modo: dovremmo evitare che bambini e preadolescenti ne abbiano uno personale fino ai quattordici anni. La ragione è semplice: disporre di un dispositivo proprio che consente l’accesso alla rete non risponde ai loro bisogni e interferisce con la loro crescita. Il fatto che i nostri figli abbiano una confidenza che sembra innata con questi mezzi non significa che li sappiano usare davvero, che siano capaci di gestire la dipendenza o l’enorme esposizione che il mondo online, con i videogiochi o con i social, può dare.

E questi sono solo alcuni dei molti motivi che gli esperti di psicologia dell’età evolutiva Alberto Pellai e Barbara Tamborini illustrano in questo manuale coraggioso, controcorrente e più che mai necessario. Guidati dalla loro esperienza e dalle testimonianze dei genitori che incontrano ogni anno, e sostenuti dai risultati delle più recenti ricerche scientifiche che indagano il rapporto tra minori e dispositivi, gli autori propongono un percorso di accompagnamento all’uso delle tecnologie che consentirà ai nostri figli di gestire in modo consapevole la loro futura vita online. Con molti esempi tratti dalle situazioni di tutti i giorni, gli autori ci suggeriscono alcune strategie per riempire il tempo dell’attesa, o quantomeno ritardare il più possibile il momento in cui i nostri figli avranno un dispositivo tutto per loro.

 

LETTO DA…

…una mamma:

“Il libro si presenta come un agile manuale ricco di consigli pratici e raccolte sul campo, utili ad aiutare noi genitori non solo quando siamo pressati dai figli desiderosi di ottenere un proprio cellulare ma anche, se il telefono è già stato comprato, a riparare a qualche errore, fatto in buona fede o semplicemente per quieto vivere. Nel libro non c’è nessuna volontà di colpevolizzare uno strumento divertente, intuitivo, comodo, alla moda, la cui utilità è nota a tutti. Lo spirito che anima gli autori è solo quello di far comprendere i rischi di un uso dello smartphone troppo precoce. Pellai e Tamborini spiegano in 10 punti che lo smartphone non è adatto a bambini: innanzitutto perché non risponde ai loro bisogni, e poi interferisce con lo sviluppo della mente in età evolutiva e influisce sulle reazioni emotive. Un libro che si legge tutto d’un fiato!!!”


AUTORI

Asha Phillips, psicoterapeuta infantile, ha lavorato nel dipartimento pediatrico e nelle consulenze di carattere psicologico della prestigiosa Tavistock Clinic di Londra. Attualmente fa il consulente privato. Il suo bestseller no che aiutano a crescere, pubblicato da Feltrinelli nel 1999 e giunto alla quarantaquattresima edizione nel 2008, è stato riproposto in un’edizione ampliata nel 2013.

PRESENTAZIONE

Asha Philips nel suo libro sostiene:

“Un no non è necessariamente un rifiuto dell’altro od una prevaricazione, ma può invece dimostrare la fiducia nella sua forza e nelle sue capacità. È il necessario corollario del dire sì: entrambi sono importantissimi.”

“Dire di ‘no’, fissare dei limiti, significa trasmettere al bambino un modello che lo aiuterà a cavarsela in modo autonomo, lo farà sentire al sicuro in famiglia e lo aiuterà a sviluppare le proprie risorse”

Dire no e imporre dei limiti è fondamentale per crescere bambini autonomi e sicuri di sé.

Davanti a pianti, richieste, capricci, i genitori spesso si trovano spiazzati, e molte volte, pensando di far bene, concedono ai piccoli quello che vogliono. Ma il non dire mai ‘no’ può avere conseguenze negative nella crescita dei bambini.

Nelle famiglie si creano così situazioni di disagio per la semplice incapacità di dire un no.

 Dovrebbe essere ovvio che in certi casi bisogna dire di no, eppure l’opinione comune è che sia meglio dire di sì. Non saper negare o vietare qualcosa al momento giusto può pero avere conseguenze negative sulla relazione tra genitori e figli, come anche sullo sviluppo della personalità dei bambini.

 Attraverso la narrazione di una serie di casi studiati in qualità di psicoterapeuta, Asha Phillips fa capire in quali circostanze un no possa essere molto più efficace, positivo e formativo di un sì. I no che aiutano a crescere non è un libro di regole e ricette su come si fa a dire di no; concezioni e approcci pedagogici sono cambiati nel tempo e con le società, e oggi non ci sono più idee univoche sull’educazione infantile. Per i genitori ciò costituisce un’occasione di libertà ma in certi casi diventa motivo di confusione e incertezza.

Questo libro intende allora aiutare il genitore in difficoltà a riflettere su di sé e sulla sua famiglia, offrendogli strumenti per la messa a fuoco dei problemi e il loro superamento, e allo stesso tempo costituisce anche una lettura piacevole e interessante per tecnici e specialisti.

LETTO DA…

…un papà:

Un libro interessante perché aiuta nella comprensione dell’utilità della fermezza e decisione nell’educazione dei figli, soprattutto nei momenti in cui si nega loro qualcosa.

Di certo non è un manuale che rivela i segreti dell’educazione perfetta, ma da esso si può trarre qualche utile consiglio.

 

…una mamma: 

Non troverete scritto in questo libro né quando dire no, né come dirlo, ma  diversi esempi interessanti che mi hanno aiutato a capire (almeno un pochino) come ragionano i nostri bimbi, e perché alcuni no li aiutano a crescere.

Per me è stato utile.

 

 

AUTORI

Giuliana Ukmar, medico neuropsichiatra, psicoterapeuta della famiglia e della coppia. Nata a Trieste, viveva e lavorava a Milano. Teneva terapia di gruppo per genitori sia di problem solving che di formazione del rapporto. Era coordinatrice sanitario di un’istituzione pubblica per la gestione dell’handicap infantile.

PRESENTAZIONE

Il libro si pone come una sorta di vocabolario tra generazioni che parlano lingue diverse. Un aiuto per genitori che mille motivi hanno portato a perdere per strada il loro ruolo, per quelli che ancora non l’hanno assunto, ma anche per nonni che vogliono dare una mano, per insegnanti furbi, per baby-sitter che hanno paura di soccombere. I ragazzi vogliono sapere come “funziona” il mondo e la famiglia deve essere la prima palestra di vita.

“…Nessuno infatti, ed il fatto di essere arrivati da una specialista lo dimostrava, nessuno aveva genitori particolarmente perfidi, disturbati menefreghisti. Vero anche però che i miei bambini, tutti questi miei bambini, per mille diversi motivi non avevano genitori potenti, che si facessero ubbidire, che stabilissero regole di vita e di comportamento, che si prendessero responsabilità e che avessero la forza di difendere il loro cucciolo dal resto del mondo…”

L’autrice analizza le storie Matteo, Filippo, Francisco, Luca, Giovanna, Andrea… ragazzi che hanno in comune un’infanzia e un’adolescenza vissuta in assoluta libertà e senza regole. Quale psicoterapeuta si interroga sul problema del limite, che questi ragazzi non hanno, perché non è mai stato loro imposto e del sentimento di onnipotenza che, invece, sembra essere il denominatore comune in ognuna di queste esperienze di vita. 

LETTO DA…

…da una zia:

Un libro piacevole, facile e comprensibile, un po’ datato, ma sempre di grande attualità, per tutti, ma soprattutto per i genitori, per sostenerli e aiutarli a comprendere i meccanismi che stanno alla base dei comportamenti dei loro figli. 

Un incoraggiamento a riappropriarsi del ruolo genitoriale, superare l’incapacità di dire no, di negare privilegi e prepotenze che inevitabilmente crescono di pari passo con l’età e contrastare, così, quel sentimento di onnipotenza che, secondo l’autrice, non è una malattia, ma un’arte che questi bambini sviluppano abilmente e che cresce giorno per giorno. 

“C’è una sola differenza: nel nostro caso la vittoria del bambino è solo apparente. Egli infatti riesce ad ottenere sempre ciò che vuole, a schiavizzare i genitori e a modificarne la vita, ma tirando le somme il più infelice, il più sofferente, il più rovinato è sempre lui.”

Essere genitori significa anche accogliere questa sfida e comprendere che in quel NO sta tutto il loro amore, che tutte le manifestazioni dei figli, le pretese e le esigenze, se analizzate a fondo, sono solo una richiesta di aiuto. Mi spingo fino lì per vedere se qualcuno riesce a dirmi di no”. 

Se non arriva è un vero fallimento, i piccoli si sentono abbandonati, rifiutati e soprattutto non amati e la loro infanzia non è, come dovrebbe essere, una palestra di preparazione alla vita, ma un incubo di prepotenze e di infelicità.

Un libro per imparare a non aver paura e guardare al futuro, genitori e figli insieme, con maggiore serenità e fiducia.


AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con BarbaraTamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

PRESENTAZIONE

La sessualità non è una corsa sulle montagne russe.
E invece, troppi ragazzi la vivono così, senza cinture di sicurezza.»
-Alberto Pellai-

In una nuova edizione completamente rivista e aggiornata del bestseller Tutto troppo presto, Alberto Pellai torna a occuparsi di una delle sfide più spinose che i genitori e gli educatori di oggi si trovano ad affrontare: il rapporto tra sessualità e nuove tecnologie, e le competenze necessarie agli adulti per prendersi cura del benessere digitale dei ragazzi.
Preadolescenti e adolescenti sono sottoposti a continue e pressanti sollecitazioni che li spingono a volere tutto e subito, a fare tutto troppo presto e a esporsi a pericoli di cui non comprendono la portata. Immersi nel flusso dei social network, sono indotti a combattere contro il proprio corpo (convincendosi di dover essere sempre belli e sexy), contro gli amici (per sembrare più grandi e migliori), contro se stessi (entrando in una spirale di comportamenti promiscui e rischiosi). La tecnologia rende accessibili in un clic contenuti ed esperienze che i giovanissimi non sono in grado di capire e gestire, finendo così per farsi un’idea distorta della sessualità e mettendo a rischio la propria salute fisica e psicologica.
Sexting, pornografia, adescamento online e sessualizzazione precoce sono temi di cui si sente parlare sempre più di frequente, ma davanti ai quali i genitori sono spesso disarmati.
Grazie a questo volume, anche gli argomenti più complessi potranno essere affrontati e prevenuti in famiglia, senza reticenze e tabù, in un’atmosfera di dialogo aperto e costruttivo in cui gli adulti sappiano riconquistare un ruolo educativo. Alberto Pellai fornisce a genitori e insegnanti gli strumenti utili per captare i messaggi e affrontare comportamenti a rischio, in un manuale che prende le mosse da una serie di casi reali per offrire spunti di riflessione, consigli pratici e risposte sui temi caldi.

LETTO DA…

…una mamma:

Tutto troppo presto” è un libro chiaro, scorrevole, che si legge velocemente. Il titolo è azzeccato, sicuramente in questa società troppo tecnologica abbiamo dimenticato che i bambini hanno ritmi di apprendimento differenti e più lenti, non sono piccoli adulti né nell’uso degli strumenti tecnologici, né nel modo di vestire, né negli atteggiamenti. Dovremmo lasciare loro i tempi giusti.

Come suggerisce l’autore “parlare, parlare, parlare” con loro, ma soprattutto essere un esempio reale di quanto si chiede a loro di fare o di non fare. Condivido molto di quanto è segnalato nel libro, suggerimenti che ho già messo in pratica con i miei figli, che orami sono grandi e che, a me sembra, abbiano affrontato le fasi di crescita con serenità e con senso critico sufficiente da non lasciarsi influenzare da questo mondo che bombarda tutti di troppe informazioni spesso equivoche.”


AUTORI

Alberto Pellai è medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, è ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Milano, dove si occupa di prevenzione in età evolutiva. Nel 2004 il ministero della Salute gli ha conferito la medaglia d’argento al merito della Sanità pubblica. È autore di molti libri per genitori, educatori e ragazzi, tra i quali Girl R-evolution e L’età dello tsunami, a quattro mani con BarbaraTamborini. Tra gli ultimi titoli pubblicati, Mentre la tempesta colpiva forte La vita si impara.

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di diversi testi sull’età evolutiva, ha vinto il Premio Giovanni Arpino inediti con Aiuto! Mi sono perso a Londra (2010). Ha pubblicato Reality mamma (2012) e vari libri con Alberto Pellai, tra cui L’età dello tsunami (2017).

PRESENTAZIONE 

Libro dedicato interamente all’età della pre-adolescenza, che nasce dalla competenza – anche in qualità di genitori di ben 4 figli! – di due grandi esperti di psicologia dell’età evolutiva, Alberto Pellai e Barbara Tamborini. Dal tono divulgativo, ma con assoluto rigore scientifico, offre strumenti pratici, a partire da considerazioni generali ed esempi concreti, offrendo la visione di come sia possibile da parte dei genitori superare quel senso di inadeguatezza e di impotenza di fronte a comportamenti nuovi e inaspettati dei pre-adolescenti (indicativamente i ragazzi nell’età della scuola media).

È una sfida di crescita impegnativa e non facile, nella “corsa sulle montagne russe delle emozioni della pre-adolescenza”, che mette in gioco anche mamma e papà, che sono chiamati ad un’evoluzione nei loro comportamenti e strategie, nuove anche per loro.

È una sfida duplice e complessa, tutta da cogliere per crescere insieme e per accompagnare con gli strumenti più adatti i pre-adolescenti in questi anni così ricchi e dirompenti e allo stesso tempo così importanti per la loro vita. Le soluzioni tuttavia non possono essere uniche, non esistono risposte certe ai problemi di questa età e ogni considerazione di carattere generale va calata e modulata nella singolarità dei casi e nell’unicità delle situazioni.

Ma non si parte da zero: i genitori, oltre a poter contare sulla propria esperienza personale di quando loro stessi erano pre-adolescenti, hanno di fronte un ragazzo che è stato bambino, che ha già acquisito nell’infanzia modelli e consuetudini di comportamento.

Partendo dalla conoscenza di come funziona la mente dei pre-adolescenti, gli autori forniscono informazioni e strumenti per leggere la realtà e orientare i comportamenti, senza essere travolti da questa che viene definita in modo chiaro, splendido ed esaustivo “l’età dello tsunami”.

“L’età dello Tsunami è un libro che vuole sostenere il sapere, il saper fare e il saper essere genitori di preadolescenti”: suggerimenti, spunti, domande da porsi per capire di più, per fare e comportarsi al meglio.

LETTO DA…

..una mamma: 

Il testo risulta essere una guida potentissima per i genitori, ma non solo. Si possono trovare i consigli giusti per affrontare questi momenti angoscianti, per comprendere gli errori e gli sbagli che più spesso si fanno in diversi contesti nelle relazioni con i ragazzi. In questo periodo delicato si può essere vicini ai propri figli anche sapendo di non essere perfetti, ma mettendosi in gioco e impegnandosi il più possibile in questa sfida chiamata pre-adolescenza.

La corsa sulle montagne russe, lo tsunami, potranno così essere affrontati insieme, utilizzando canali di comunicazione più efficaci e consapevoli.

 

L’ISTITUTO INFO
A partire dal mese di settembre del 2000 la Provincia Autonoma di Trento ha stabilito un dimensionamento degli istituti scolastici per consentire un esercizio ottimale dell’autonomia...
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